Ha un tatuaggio sull'alluce del piede destro che rappresenta un pollice di una mano sinistra.
Ama la pizza e i fiori.
editoriale che non.
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Mostra di illustrazioni - INKubi: Ovvero come incùbo l’ìncubo" - Stefano Tedeschi
dal 16 ottobre al 1 novembre
Cosa dire davanti l’ennesimo tentativo da parte di un fumettista – o aspirante tale – di trasporre in figure d’inchiostro il distorto immaginario onirico? Forse si suggerirebbe di mangiare più leggero, evitare le leguminose e il sale, soprattutto a cena. C’è da dire, per correttezza, che il mio approccio al sogno non ha assolutamente intenti psicanalitici: non intendo affatto ricondurre a logica l’illogico. Tuttavia, la casualità delle immagini, il loro disporsi senza una sequenzialità precisa (fondamentale se si intende narrare qualcosa), non vuol dire assenza di logica. La mia logica è essenzialmente letteraria: i miei fumetti nascono quasi sempre da un testo, da un messaggio ponderato, cui associo solo successivamente delle forme. Queste vengono prese il più delle volte da rappresentazioni oniriche che ho vissuto in prima persona, ma non necessariamente. In questo senso va interpretato il sottotitolo dell’esposizione: l’incubo, un flusso atemporale composto da un preciso repertorio iconografico, viene sottoposto ad una lenta (e faticosa) gestazione. Non c’è niente di “allucinatorio” o “assurdo”.
Non mi interessa sbattere in faccia al lettore i miei sogni così come sono. In fondo, a chi interesserebbero?
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